Il lato oscuro del nomadismo digitale [studio del 2023]

il lato oscuro del nomadismo digitale: nuovo studio
Come visto su:

Essere un professionista indipendente dalla propria sede può essere fantastico.

Sorseggiare piña colada su una spiaggia, esplorare il mondo mentre si lavora e vivere a modo tuo.

Ma—

Non va SEMPRE tutto liscio come l’olio.

Per questo motivo, noi di Passport Photo Online abbiamo deciso di consultare circa 950 nomadi digitali e raccogliere informazioni sugli aspetti non così affascinanti del nomadismo digitale, per aiutare chi sta pensando a questo stile di vita a prepararsi meglio a ciò che lo aspetta.

Siamo pronti?

Risultati principali

  • Circa quattro nomadi digitali su 10 (41%) sostengono che il loro stile di vita ha un impatto negativo sull’abilità di avere relazioni romantiche.
  • Circa l’83% dei professionisti indipendenti si sente in colpa per aver preso delle ferie o per aver staccato dal lavoro.
  • Ben il 77% dei nomadi ha sperimentato almeno una volta il burnout, e gli imprenditori (80%) sono i più colpiti da questa epidemia.
  • In media, il 40% dei lavoratori indipendenti dalla sede si sente spesso o sempre solo.
  • Quasi il 77% dei nomadi pensa alla propria stabilità economica, con i lavoratori a distanza (84%) che appaiono i più preoccupati, superando notevolmente gli imprenditori (71%) e i freelance (75%).
  • Ben l’84% dei nomadi digitali ha affrontato almeno una volta problemi con le tasse.

Nonostante tutto, il 94% intende continuare con lo stile di vita nomade nel 2023 e oltre.

I nomadi digitali lavorano 40 ore alla settimana o meno

Prima di tutto, abbiamo voluto esaminare l’equilibrio tra lavoro e vita privata dei nomadi digitali. 

Il motivo?

Quando si conduce uno stile di vita di questo tipo, l’equilibrio tra lavoro e vita privata diventa un’operazione delicata. Da un lato, si vuole essere certi di portare a casa la pagnotta. Dall’altro, non si vogliono perdere tutte le opportunità di viaggiare.

Quindi— 

Abbiamo chiesto ai partecipanti al sondaggio quante ore lavorano di solito a settimana.

Ecco i risultati:

il 59% dei nomadi digitali lavora in media 40 ore a settimana o meno

I dati mostrano che la maggior parte dei professionisti indipendenti (59%) lavora 40 ore settimanali o meno.

Un altro 30% lavora in media 40-60 ore, con gli imprenditori in testa con il 33%. Infine, il 12% dei nomadi digitali lavora in media 60-80 ore e i lavoratori a distanza dominano questo gruppo con il 16%.

È troppo, troppo poco o la quantità giusta?

I partecipanti al sondaggio dicono la loro:

il più dei nomadi digitali (41%) crede di lavorare la giusta quantità di ore

Ora…

Qual è il tuo carico di lavoro settimanale? Facci sapere nei commenti.

I nomadi digitali lavorano spesso o sempre nei weekend

Andando avanti, volevamo scoprire se adottare uno stile di vita nomade influisca sulle ore di lavoro.

La risposta?

il più dei professionisti (44%) ha cominciato a fare più ore dope essere diventato nomade digitale

Sebbene si possa pensare che il lavoro in trasferta porti maggiore libertà di orario, non è sempre così. Tanto che il 52% degli intervistati ammette di lavorare spesso o sempre nei fine settimana, come dimostrano i nostri ulteriori risultati:

il 52% dei nomadi digitali lavora spesso o sempre nel weekend

Un bel cambiamento rispetto al tradizionale 9-5. O forse no?

I nomadi digitali si sentono in colpa quando staccano da lavoro o prendono ferie

Ecco un fatto non molto divertente:

Circa il 76% dei dipendenti controlla le e-mail dopo l’orario di lavoro, secondo lo studio di Adobe sull’utilizzo della posta elettronica da parte degli impiegati.

I nomadi digitali fanno lo stesso?

Decisamente.

il 76% controlla email/messaggi fuori dalle ore di lavoro occasionalmente, spesso o sempre

A seguire, abbiamo chiesto agli intervistati “Ti senti in colpa quando prendi ferie o stacchi dal lavoro?” l’83% ha detto di sì.

Quindi—

È chiaro che molti nomadi sentono la pressione di lavorare, anche quando non sono “in ufficio”.

Questa potrebbe essere la ricetta perfetta per l’esaurimento.

I lavoratori indipendenti non sono immuni al burnout

Lo sapevi?

Il burnout colpisce circa il 70% dei dipendenti. Non c’è da stupirsi se è stato riconosciuto dalla World Health Organization come un fenomeno professionale. 

Purtroppo i nomadi digitali non fanno eccezione:

Hai mai sperimentato il burnout a causa del lavoro?

Il grafico mostra che il 77% dei nomadi ha sperimentato almeno una volta il burnout dal lavoro, e gli imprenditori (80%) sono i più colpiti da questa epidemia.

Ahi.

Non è raro che i nomadi digitali si sentano soli

Se hai intenzione di diventare un nomade digitale e di trasferirti all’estero, molto probabilmente sperimenterai la solitudine.

Infatti, quando si ha un lavoro regolare, ci si può godere i momenti di convivialità, condividere una risata o sfogarsi sul proprio capo.

Ma come nomadi digitali? Non è sempre possibile.

Innanzitutto, probabilmente lavorerai in solitaria per una parte significativa del tempo. In secondo luogo, sarà difficile trovare qualcuno che capisca le sfide del TUO lavoro, dato che i nomadi digitali sono specializzati in un’ampia gamma di settori, dalla SEO al graphic design. Il che rende difficile relazionarsi.

I dati supportano questa conclusione.

il 42% degli uomini e il 37% delle donne nomadi digitali soffrono la solitudine spesso o sempre

Il grafico mostra che in media il 40% dei nomadi digitali si sente spesso o sempre solo. Inoltre, più a lungo si è nomadi, più è probabile che ci si senta soli:

Per quanto hai condotto uno stile di vita nomade?Quantità di intervistati che si sentono spesso o sempre soli
Meno di 6 mesi28,79%
6–12 mesi45,24%
1–2 anni40,69%
2–4 anni38,74%
5+ anni40,42%

Mentre solo il 29% dei professionisti che conduce uno stile di vita nomade da meno di sei mesi riferisce di provare spesso o sempre la solitudine, questa percentuale sale a una media del 41% per coloro che sono in viaggio da più tempo (tra i sei mesi e gli oltre 5 anni).

Il lato positivo?

Più a lungo si è nomadi digitali, più è probabile che si trovino persone con cui entrare in contatto, come indicano le percentuali in calo nel grafico qui sopra.

Fiuuu.

Frequentare qualcuno come nomade digitale è più difficile

Potresti incontrare persone che non capiscono il tuo stile di vita.

O—

Potresti trovare qualcuno sulla tua stessa lunghezza d’onda, ma le vostre strade si separeranno quando inizia la prossima avventura.

Per provarlo, abbiamo chiesto agli intervistati come il loro stile di vita influisca sulla loro capacità di mantenere le relazioni sentimentali.

I risultati sono qui sotto:

il 41% dei nomadi digitali dice che il lo stile di vita nomade influenza le loro relazioni romantiche spesso o sempre

Come puoi vedere, il 41% dei lavoratori indipendenti sostiene lo stile di vita nomade ostacola le storie d’amore spesso o sempre.

Detto questo, non è impossibile trovare e mantenere l’amore quando si è nomadi.

Richiede solo più sforzo.

La FOMO tra i nomadi è reale

La paura di rimanere tagliato fuori non è uno scherzo.

Le statistiche più recenti mostrano che più o meno il 56% degli utenti dei social media la sperimenta. Come colpisce i nomadi nello specifico?

I risultati qui sotto fanno luce sulla questione:

solo il 12% dei nomadi digitali non ha mai sperimentato la FOMO

Solo il 12% dei nomadi digitali non sperimenta mai la paura di rimanere tagliati fuori. Il restante 88% la prova raramente o occasionalmente (41,02%), frequentemente (20,96%) e sempre (25,98%).

Ecco come la affrontano:

il più dei nomadi digitali (27%) riconosce che i social media mostrano un’immagine alterata della vita delle persone, che non è del tutto accurata

Nota che il 20% dei nomadi digitali ha problemi ad affrontare la FOMO, il che indica che si tratta di un problema pressante per molti.

I nomadi digitali di solito si fermano in un posto per massimo 6 mesi

A questo punto, abbiamo voluto approfondire le abitudini di viaggio dei nomadi. 

In particolare, volevamo vedere quanto spesso fanno le valigie e partono per la destinazione successiva.

Ecco i risultati:

il 89% dei nomadi digital si ferma in un posto per massimo 6 mesi

Il grafico mostra che l’89% dei nomadi resta fermo fino a sei mesi. Questo dato va di pari passo con i numeri di una ricerca di terze parti, secondo cui l’80% dei nomadi digitali rimane in un luogo per un massimo di nove mesi.

Questo non dovrebbe portare alla stanchezza da viaggio, giusto?

Purtroppo a volte è così, come dimostrano i risultati riportati di seguito:

il 51% dei nomadi digitali sperimenta spesso o sempre la stanchezza da viaggio.

Ecco come i nomadi la affrontano:

il più dei nomadi digitali (26%) prende una pausa dai viaggi per affrontare la stanchezza

Questo dovrebbe darti un’idea di come combattere l’esaurimento da viaggio se lo sperimenti.

I nomadi mantengono la stabilità economica in primo piano

In queste due sezioni successive, abbiamo voluto concentrarci sull’aspetto finanziario dell’essere un nomade digitale e sulle difficoltà che ne derivano.

Quindi—

Abbiamo chiesto agli intervistati quanto spesso pensano alla loro stabilità economica.

Ecco cosa ci hanno risposto:

il 77% dei nomadi digitali pensa spesso alla stabilità economica

In generale, la maggior parte dei nomadi digitali (77%) pensa alla propria stabilità economica. È interessante notare che i lavoratori a distanza sembrano i più preoccupati, con l’84% che ci pensa a volte, spesso o sempre, superando nettamente gli imprenditori (71%) e i freelance (75%).

Le tasse non fanno dormire i nomadi digitali

Tre cose sono certe nella vita: la morte, le tasse e i nomadi digitali che se ne preoccupano.

Dopo tutto, le normative fiscali sono complicate in molti Paesi e può essere difficile tenerle sotto controllo.

Quindi—

Per capire meglio questo problema, abbiamo voluto chiedere ai nomadi digitali se hanno mai affrontato problemi fiscali.

I risultati parlano da soli:

l’84% dei nomadi digitali sostiene di aver avuto problemi con le tasse almeno una volta

La lezione?

Tieni sotto controllo i tuoi obblighi fiscali e fai attenzione alle normative sulle dichiarazioni all’estero.

Il nomadismo digitale è qui per restare

A questo punto, penserai che essere un nomade digitale sia TUTTO tranne che divertente.

Eppure…

La maggior parte delle persone intervistate (94%) intende continuare il proprio stile di vita nomade nel 2023 e oltre:

il 94% dei nomadi digitali intende continuare con lo stile di vita nomade nel 2023 e oltre

Giustamente.

Anche se ci sono degli aspetti negativi, si tratta comunque di un’esperienza che arricchisce e che permette di esplorare il mondo lavorando a distanza.

È qualcosa che sarebbe stato impensabile solo una trentina di anni fa.

Tirando le somme

Ecco a te.

Uno sguardo completo sul lato oscuro del nomadismo digitale.

Ora…

Ti piacerebbe provare questo stile di vita (se non l’avete ancora fatto)? O preferiresti rimanere fermo?

Faccelo sapere nei commenti qui sotto.

Metodologia

Abbiamo condotto un’indagine online su 946 nomadi digitali tramite uno strumento di sondaggio online su misura nel marzo 2023.

Il 66% degli intervistati era di sesso maschile, il 33,7% di sesso femminile e lo 0,3% si è identificato come altro. Il 13,8% degli intervistati aveva 25 anni o meno, il 63,4% aveva un’età compresa tra 26 e 38 anni, il 19% aveva un’età compresa tra 39 e 54 anni e il 3,8% aveva 55 anni o più.

Questo sondaggio ha un livello di affidabilità del 95% e un margine di errore del 3%. Data la composizione del campione in termini di sesso ed età, i risultati dello studio sono statisticamente significativi per la popolazione in generale.

Questo studio è stato realizzato attraverso diverse fasi di ricerca, crowdsourcing e sondaggio. Dei data scientist hanno esaminato tutte le risposte dei partecipanti al sondaggio per il controllo della qualità. Il sondaggio prevedeva anche una domanda di controllo dell’attenzione.

Dichiarazione di uso corretto

I nostri risultati ti hanno aiutato a conoscere meglio il lato oscuro del nomadismo digitale? Se pensi che il tuo pubblico sia interessato a queste informazioni, condividile tranquillamente. Ricordati solo di citare la fonte e di rimandare a questa pagina.

Fonti